Il 19 marzo si è tenuto a Gerusalemme il convegno internazionale "Cloud computing for e-Health” promosso da DigitPA e che ha visto tra gli altri la partecipazione dell'Università Ca' Foscari di Venezia e dell'USL 8 di Asolo. Come ricavabile dagli atti si sono approfonditi i vantaggi pratici dello spostamento dei dati sanitari verso il cloud, l'integrazione sulla nuvola dei servizi di e-healt oggi in crescita come il PACS o l'EHR e con i servizi di automatismo aziendale non strettamente legati alla sanità, ma nei prossimi fondamentali per qualsiasi campo di utilizzo che richieda l'immagazzinamento di grosse quantità di dati, come la Gestione Documentale coadiuvata da conservazione sostitutiva e marchio temporale.
Le risorse scientifiche e tecnologiche per l'utilizzo dell'informatica con la medicina non mancano, e le crescenti necessità di ottimizzare risorse e allo stesso tempo mantenere una corretta tracciabilità delle informazioni rendendo sempre più accessibili i dati ai pazienti indurrebbero a pensare che investire con celerità verso l'implementazione dei servizi di e-healt in ospedali e cliniche sia ormai di decisiva importanza. Tuttavia, nonostante alcune ottime iniziative sperimentali si fatica ancora a trovare progetti e casi di studio obbiettivi dove l'integrazione informatica-sanità sia arrivata ad essere il punto base di alcune strutture.
Ma in concreto, quali sono i passi che un ospedale od una clinica potrebbe affrontare per sviluppare questo nuovo concetto sanità digitale? Senza scendere nei dettagli potremmo suggerire l'implementazione di questi sistemi:
–Fascicolo Sanitario Elettronico: Il Ministero ha già emanato alcune linee guida sull'argomento e si segnala l'importante Progetto Sole avviato in Emilia Romagna. Lo scopo è quello di permettere la compilazione delle Cartelle Cliniche (o Ambulatoriali) dei pazienti in maniera automatizzata, in maniera da conservare in dati clinici in un database e renderli disponibili per altre elaborazioni (rifacendosi al concetto di EHR – Elettronic Healt Record), permettendone altresì l'accesso contemporaneo a personale medico, amministrativo e pazienti.
–Strutturazione EHR in HL7: L' Healt Level Seven è un'organizzazione che si occupa di definire gli standard per la trasmissione e lo scambio di dati sanitari. Adattare i dati clinici dei pazienti secondo gli standard HL7 sarebbe utile per il futuro sviluppo dove strutture sanitarie possano scambiarsi FSE ed EHR senza problemi.
–Elaborazioni di Business Intelligence su dati sanitari: Utilizzando una Suite di BI come Pentaho a partire dalle stesse informazioni inserite compilando le cartelle cliniche, oppure utilizzando dati relativi a prenotazioni, visite e ricoveri, sarebbe possibile elaborare interessanti statistiche sull'attività delle strutture sanitarie e sulla sua efficienza, oppure addirittura sulla stessa diffusione delle malattie e dei sintomi su un campione di pazienti.
–Gestione Documentale: Per permettere una facile consultazione ed un'efficiente flusso di dati all'interno di tutte le strutture di un'organizzazione sanitaria, sarebbe utile utilizzare un sistema di Document Management come Alfresco oltre che per i dati amministrativi anche per quelli sanitari, conservando le stesse Cartelle Cliniche digitali, documenti sanitario-legali, e perfino immagini o elaborazioni video cliniche. Vista la previsione di nuove normative inerenti al tema, è interessante prevedere l'integrazione di un sistema di conservazione sostitutiva (ad esempio Sinekarta) integrato con il Document Management che permetterebbe anche di apporre firma digitale alle Cartelle Cliniche.
–PACS: Con Picture Archiving and Communication System si intende la possibilità di registrare, archiviare, visualizzare e stampare digitalmente le immagini diagnostiche provenienti da un apparecchio clinico, ed eventualmente allegarle allo stesso Fascicolo Sanitario. Questo è possibile ed utile per apparecchiature di natura radiologica e la maggior parte dei prodotti commerciali consente il rispetto degli standard HL7.
–Telemedicina: E' notizia di pochi giorni fa che la Sardegna partirà con un progetto di questo tipo per permettere diagnosi a distanza per casi potenzialmente gravi che necessitano di interventi specialistici immediati. Uno studio del dipartimento per la Salute britannico ha invece rilevato che l'utilizzo di questa tecnologia su un campione di 6000 pazienti affetti da malattie croniche ha fatto registrare addirittura una diminuzione del 45% dei casi di mortalità, con un calo del 14% dei ricoveri ed una conseguente riduzione dell' 8% sulla spesa sanitaria. In questo casi si propone di utilizzare sistemi simili a quelli per le videoconferenze per tenere in contatto medici e pazienti anche quando vi siano difficoltà logistiche o motorie del paziente, oppure quello di mettere in comunicazione più ospedali diversamente specializzati per permettere comunicazioni e consulti riguardo a casi di malattie specifiche.