Per migliaia di anni i potenti hanno avuto bisogno di comunicazioni efficienti e sicure per governare le loro terre e i loro eserciti.
La caduta dei loro messaggi in mano nemica poteva essere fatale: informazioni preziose sarebbero cadute in mano nemiche minacciando la loro esistenza. Fu proprio questo bisogna a promuovere lo sviluppo di codici cifrati, di tecniche di occultamento del messaggio, per garantire la comunicazione sicura solo con le persone autorizzate.
Dall’altra parte sono nate schiere di specialisti il cui compito era cercare metodi per decifrare i messaggi dei nemici.
Guerra che continua ancora oggi. Con rinnovata enfasi: noi viviamo nell’era dell’informazione. E’ ben nota la frase: “informazione è potere”.
Ma ritorniamo al nostro argomento. la preistoria dei messaggi cifrati.
Dagli scritti degli antichi, sembra che le prime tecniche crittografiche siano nate nell’antica Grecia, guarda caso per comunicazioni di guerra (anche se ci sono esmpi vecchi più di 4000 anni nell’antico egitto).
Le più antiche notizie sicure ci portano alla scitala lacedemonica, in cui Plutarco ci riferisce in uso fina dai tempi del IX secolo avanti Cristo da Licurgo, ma proabilmente sicuramente più usata ai tempi di Licurgo (circa il 400 a.C.). In cosa consisteva? Semplice. Si prendeva un nastro di cuoio, lo si avvolgeva ad elica attorno ad un bastone e si scriveva per colonne parallele all’asse del bastone. Letter apr lettera appariva il segreto. Una volta tolto il nasto dal bastone bastava (fosse semplice!!!) il teso risultava trasposto e veniva consegnato al destinatario, che lo avvolgeva in un bastone uguale eleggeva il messaggio.La segretezza rimaneva confinata al sapere il diametro del bastone. Oggi farebbe ridere, ma siamo agli albori della crittografia.
Tra il 360 e il 390 a. C. venne compilato il primo trattato di cifre, a cura di Enea il tattico, generale della lega arcadica. In questo trattatto viene descritto un disco sulla zona esterna del quale erano contenuti 24 fori,ciascuno corrispondente ad una lettera dell’alfabeto. Un filo, partendo da un foro centrale, si avvolgeva passando per i fori delle successive lettere del testo: all’arrivo, riportate le lettere sul disco, si svolgeva il filo segnando le lettere da esso indicate: il testo si doveva poi leggere a rovescio. Le vocali spesso erano sostituite da gruppi di puntini.
In questo stesso periodo vennero ideati codici cifrati indiani ed ebraici utilizzati in particolar modo per celare nomi propri, innominabili o sacrileghi.
Numerosi testi e documenti greci antichi contengono tratti cifrati, specialmente nomi propri, ma si trovano anche interi scritti cifrati con sostituzione semplice e con alfabeti generalmente a numero.
Bene, la prima puntata la finiamo qui. Nelle successive parleremo dei cifrari di Cesare e di Vigenere.
A domani!